Blog di Lucia Di Mauro

venerdì 16 ottobre 2015

Non sono solo canzonette.

Napoli 15 ottobre 2015
“Io che sò l’ultimo emigrante….”, cantava Mario Merola, profetizzando ciò che sarebbe avvenuto. Infatti l’opera di questo grande artista  e tutto l’archivio storico della canzone napoletana vanno via, partono, migrano all’ombra del Dom de Milan.
Come al solito i lamentosi napoletani si sono permessi di porre obiezione al trasferimento, affermando che non si comprende come Milano possa essere considerata  la sede più opportuna per  l’archivio della canzone storica napoletana, espressione dell’identità culturale partenopea (duosiciliana)  e non meneghina.
Qualcun altro degli appartenenti alla genia terronica, inoltre, asserisce e divulga l’idea che sia in atto un fare colonialista del nord verso il sud: “Il meridione – dicono – ha subito un’invasione da parte dello stato savoiardo ed oggi ne subisce le conseguenze. Come tutti gli stati colonia, anche il sud Itaglia, è progressivamente sfruttato e spogliato da un altro stato invasore. Eravamo un paese florido, con poche tasse, con una ricchissima banca nazionale, all’avanguardia in tanti settori ed oggi siamo la pattumiera d’Italia. Ora ci hanno tolto ciò che nel mondo viene riconosciuto come la manifestazione più bella dell’arte napoletana. L’arte napoletana la si vuol far diventare arte italiana e la napoletanità colta deve essere cancellata”.
Per fortuna la ragione da opporre a tali insulse obiezioni è inoppugnabile: il trasferimento si è reso necessario in quanto l’archivio sarebbe progressivamente andato in degrado per un grave problema esistente a Napoli. Quale problema? L’umidità. Infatti Napoli è città di mare, dunque è umida per definizione. Si sa che tra i napoletani l’artrosi è diffusissima.
Certo è evidente che con tale ragionamento il leone di San Marco a Venezia, ad esempio, dovrebbe erodersi un po’ alla volta per l’umidità, perché la splendida città che lo ospita è città sul mare, più che di mare. Ma anche il castello sforzesco, a Milano, dovrebbe ammuffire per l’umidità della nebbia del territorio. Perché ciò non accade? Perché quelle sono nebbia ed umidità padane ed in quanto tali rispettose dell’ambiente e della cultura, mica come l’umidità camorristica napoletana.
Tuttavia, attraverso indagini effettuate da capacissimi giornalisti padani, è emerso che la richiesta di collocare una parte della storia di Napoli nel capoluogo lombardo, proviene da molto in alto Sembra, infatti, che la stessa Madunina de Milan abbia, più volte, richiesto d’ascoltare canzoni napoletane. S’era stufata della solita lagna: O mi bela Madunina che te brilli de luntan….”.
Facciamo sentire la nostra voce: firmate la petizione! Lucia Di Mauro
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