Blog di Lucia Di Mauro

giovedì 10 settembre 2015

Identità nascosta



Questo piccolo raccontino mi è stato suggerito dalla lettura del bel romanzo di Fiore Marro: “Un'anima divisa in due”. Nelle sue pagine l'autore vuole dimostrare come, in un uomo della nostra terra, possano convivere due identità opposte: quella di itagliano e quella di duosiciliano. Due identità tanto incompatibili tra loro da lacerare l'anima. Rubo l'idea allo scrittore e penso anch'io di dare voce alle due parti dell'anima duosiciliana rappresentandole in due personaggi protagonisti. Il mio interlocutore ha il tono della voce un po' modificato dal desiderio di raccontare, gli occhi impercettibilmente spalancati, mi fissano nell’apparente tentativo di trasmettere in me tutto il mondo in cui ha creduto. Mi parla di uomini antichi come le loro storie, mi dice di gesti audaci e d'ideali stanchi oramai. Purtroppo l'attenzione che avevo deciso di regalargli viene inesorabilmente attratta altrove, verso il condizionatore che, dopo giorni di super lavoro, ha deciso definitivamente di scioperare. Ho caldo. Non ascolto. D'improvviso, però, la voce si tronca e lo sguardo su di me assume un tratto interrogativo. Un po' per rabbia, un po' per pietà del mio smarrimento,chi parla decide di darmi un'altra chance e ripete: ”Si, questi uomini sono i miei eroi”. Sorrido, forse non ho perso molto, è solo un ingenuo racconta storie. In ogni caso la mia educazione mi suggerisce un po' di gentilezza, così replico: “Perché, tu hai bisogno di eroi? Ma cos'è un eroe? A chi è utile un eroe?” “L'eroe è un essere umano, è un uomo che decide di cancellare in se stesso luci ed ombre e realizzare, nella realtà, l'assoluto”. Non capisco e penso che da qualche mese hanno chiuso i manicomi, ma lui continua: “Guarda la bellezza. I nostri eroi sono morti per questo”. E' notte e dal terrazzo scorgo un po' di mare, il profilo vivo del Vesuvio ed, ai suoi piedi, le brulicanti luci della mia città. “Sono morti per un paesaggio?” obietto con scherno. Il volto si fa duro come chi non spera più d'essere compreso e, guardando all'orizzonte, mi dice:”Si, la bellezza è anche il paesaggio, ma io parlo di un'altra bellezza; quella delle nostre radici, della nostra storia, della nostra identità più profonda. “Li chiamarono briganti” ma sono eroi, morti per non partire e quindi dimenticare; sono morti per conservare ciò che erano, ciò che eravamo. E noi? Noi abbiamo bisogno di loro”. “Io di niente ho bisogno. Grazie”- lo informo prima che mi proponga l'acquisto di libri o ninnoli vari. Capisce e sorride anche lui. “ Tu sai chi sei?” mi dice, cambiando apparentemente argomento di conversazione; ed io: ”Tu non stai bene!”. Ma lui con noncuranza: ”Tu sai perché l'odore del mare ti riporta all'infanzia? Perché senti rabbia nel vedere mortificato il tuo popolo che hai dovuto difendere da sempre? Perché la musica è tanto facile che ti possegga l'anima? Perché porti questo piccolo corno e sei un po' superstiziosa? Perché ami l’azzurro fra i colori nel panorama? Perché assapori il ragù e vomiti il carpaccio? Perché consideri lo straniero con amicizia, senza diffidenze e con curiosità? Perché ciò che è diverso da te, rappresenta modo e motivo per capire di più, aprendo la mente? Perché possiedi un'intelligenza speculativa che comprende la possibilità di prevenire discutendo, prima d'intervenire con la forza?”. “Lo sai perché sei così? Perché appartieni a questa terra”. Quando i miei eroi saranno dissotterrati dal terreno dell'oblio, tu comprenderai che loro sono te e tu sei loro. I miei eroi saranno i tuoi padri nei quali tu t'identificherai, comprendendo, finalmente chi sei, chi è la tua gente ”. Ora il silenzio ha preso il mio cuore, e si trasforma in un dolore che non sapevo di custodire dentro. L'uomo non mi guarda più, ha deciso di percorrere la sua strada senza il mio ridicolo cinismo. Ne scorgo la sagoma delle spalle, accenno un saluto, ma lui non si volterà. No, non credo che lo rivedrò più. Così un'anima, liberandosi da se stessa, non guarderà più indietro

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