Blog di Lucia Di Mauro

giovedì 10 settembre 2015

Napoli : la Bagdad della camorra

Napoli come Bagdad. Baby gangster di camorra cerca di guadagnarsi il territorio col terrore. Così titolano i giornali di oggi La similitudine con altre intestazioni di giornali datati qualche tempo indietro, è palese. In quel caso, però, non si parlava di Napoli ma della capitale dell'expo, Milano: “In arresto 4 membri di baby-gang che terrorizzava Milano”. Qual'è la differenza? La solita, qui a Napoli non trattasi di semplice baby-gang, bensì di Baby gang di camorra. Definire una baby band come appartenente alla camorra, vuol dire considerare quei delinquenti come un espressione della città stessa che oltraggiano. Napoli, per certa stampa, è vittima ma, sopratutto, è carnefice di se stessa e “chi è causa del suo mal....” sia, giustamente, abbandonato a se stesso. Purtroppo spesso il sensazionalismo sacrifica la logica. Questi egregi esperti di penna (ma meno di capacità d'interpretazione delle notizie) non comprendono quello che fino ad oggi è stato il modus vivendi della camorra: fondare le sue radici sul consenso della gente e non sul terrore. La paura nel popolo sarebbe un nefasto autogol per la camorra, che di fatto perderebbe potere. Questa delinquenza violenta, adolescenziale, senza scopo è il frutto del disagio sociale di ragazzini lasciati a loro stessi nella crescita e non degli interessi economici della grande delinquenza organizzata. Ma si sa per gli esperti di scrittura ma non di ragione, Napoli è solo camorra.

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